venerdì 10 febbraio 2012

LE FOIBE: Non dimentichiamo.

"E' la visione europea che ci permette di superare ogni tentazione di derive nazionalistiche, di far convivere etnie, lingue, culture e di guardare insieme con fiducia al futuro" - Giorgio Napolitano.

Questo è ciò che ha affermato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intervenendo ieri al Quirinale alla celebrazione del Giorno del Ricordo in memoria di quanti son stati uccisi nelle foibe. Un'affermazione non troppo convinta e tanto meno convincente detta tra tante altre che lasciano alquanto insoddisfatti.Un discorso che non potrà mai essere sentito come sincero essendo espresso da un comunista di prim'ordine, uno di quelli che, per intenderci, non ha mai condannato i "fatti di Ungheria" e tanto meno l'invasione sovietica della cecoslovacchia durante '"Primavera di Praga", come è il Presidente Giorgio. 
Troppo semplicistico, troppo frettoloso quel voler mettersi dietro le spalle ciò che è accaduto in favore di una visione europea. Qualcosa tipo:" Ma si dai lasciam perdere, sono cose da poco! Facciam finta di nulla e amici come prima!". Si, perchè Tito il comunista, alla fine, per il nostro Napolitano era un compagno, probabilmente un amico se non forse un eroe.
E poi diamine lasciamo perdere queste piccolezze, lo si fa per l'amata Europa! Amata? Beh, da chi non si sa... forse dai banchieri e dall'alta finanza, perchè i popoli di un po' tutte le nazioni non sembrano così contenti di questa Europa. 
Eppure a me questo atteggiamento non sta bene. Io non sono disposto a passare sopra a questo scandaloso eccidio. Non sono disposto, quale cittadino italiano, ad accettare che il ricordo di queste persone debba essere interpretato in questo modo soft solo per gli interessi europei. E sinceramente non credo che sia, e che nemmeno debba essere, una questione chiusa questa delle foibe.
I governi filo-comunisti che hanno governato in amore e odio con la DC nel dopo guerra hanno azzerato il conto jugoslavo. Anzi, hanno fatto anche peggio concedendo senza opporre resistenza l'Istria e la Dalmazia oltre che parte del territorio triestino. Tutte terre italiane e le foibe stesse ne sono la dimostrazione. L'eccidio e l'esodo delle decine di migliaia di italiani che son dovuti fuggire sono la dimostrazione dell'italianità di quelle terre. E per me, come spero per molti altri Italiani (con la "I" maiuscola), la questione dalmato-istriana non è affatto chiusa e non lo deve essere. 
Non è cancellato dalle nostre memorie il debito che gli "jugoslavi" ci devono ancora pagare sia per i nostri Martiri (indecentemente MAI vendicati) sia per le nostre terre (MAI riscattate). 
Qui non si tratta di nazionalismo, come direbbe il caro Napolitano, si tratta invece di senso della Giustizia e senso della Dignità.
La Giustizia negata a tutti i famigliari di questi italiani abbandonati al loro destino quando erano in vita e abbandonati all'oblio della memoria per decenni da governi filo-sovietici. 
La Giustizia negata all'Italia intera che si è vista violentata con la perdita di territori che da millenni facevano parte della nostra tradizione e storia, senza che nessuno alzasse un dito.
La Dignità della nostra magnifica Nazione calpestata nel momento in cui si è vista governata da persone che hanno voltato lo sguardo dall'altra parte mentre tutto questo accadeva diventando complici di questi terribili eventi. 
No mio caro Presidente, non tutti sono disposti a chiudere un occhio (senza troppa fatica a dire il vero) come fa lei e per la fantomatica Europa e per i suoi rapporti di fratellanza con i comunisti balcanici. 
Da qualche parte in questa Nazione a forma di stivale c'è ancora chi, nonostante la storia che avete "insegnato" (o meglio bisognerebbe dire "manipolato") nelle scuole e non, ha un senso di Italianità. Persone che non hanno dimenticato e non vogliono dimenticare. Persone che non hanno perso il senso della Giustizia ne tanto meno quello della Dignità. Persone che aspettano e continueranno a farlo finchè Giustizia e Dignità non verranno ristabilite.

NF

3 commenti:

  1. So già che attizzerò polemiche ma tant'è....prima delle foibe , per correttezza storica, bisognerebbe ricordare i Mario Roatta che vi hanno imperversato.
    Giustifico gli eccidi ? NO !
    Ma se si guarda alla storia bisogna avere il coraggio di farlo con spietata lucidità in modo che la memoria delle brutalità che in guerra tutti commettono e che non lascia nessuno con le mani pulite, sia davvero condivisa per impedire che le stesse atrocità vengono commesse ancora.
    Una persona uccisa brutalmente vale per me come un'altra uccisa brutalmente e non distinguo tra chi sia l'uccisore e a questo che servono le giornate della memoria o del ricordo altrimenti è solo retorica o solo la consueta "lotta" tra "tifosi" : cosa in cui noi italiani siamo specialisti.
    Isabella

    RispondiElimina
  2. Non si può parlare delle foibe senza inquadrare quanto successo dentro la terribile storia della seconda guerra mondiale e dai crimini commessi da italiani e tedeschi in Jugoslavia.
    http://it.wikipedia.org/wiki/Genocidi_in_Jugoslavia_durante_la_seconda_guerra_mondiale
    Suggerisco la lettura degli scritti dello storico Del Boca.
    http://eastjournal.net/2012/02/10/commemorare-le-foibe-o-il-nazionalismo/

    RispondiElimina
  3. Non dimentichiamo nemmeno queste dichiarazioni.
    Le ritorsioni d'odio (sempre da condannare) sono purtroppo l'inevitabile effetto di reazione ad azioni d'odio e aggressione precedenti (sempre da condannare, e ancor prima).

    "Di fronte ad una razza inferiore e barbara come la slava non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. [...] I confini dell'Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani."
    [Benito Mussolini, discorso tenuto a Pola il 24 settembre 1920]

    RispondiElimina